Rinunciare al controllo può essere uno degli aspetti più interessanti del BDSM, dall’uso di corte per il Bondage, fino a mettere in scena veri e propri giochi di ruolo che si basano su uno squilibrio di potere.
Ci si riferisce alla Dominazione, ovvero abbandonarsi al piacere di lasciarsi guidare nelle proprie esperienze e sensazioni dalla volontà del partner. Il significato della “D” non è solo Dominazione ma anche Disciplina, cioè colui che domina imponendo delle regole al sottomesso che se, disattese, implicano una punizione.
Nei giochi di dominazione sono fondamentali i ruoli.
In particolare si distingue un dominante, definito Master se uomo o Mistress se donna, ed un partner sottomesso, definito Slave, Submissive o Schiavo/a.
Si precisa che tali ruoli raramente sono intercambiabili, quasi sempre, la stessa persona assume sempre lo stesso ruolo perché consono alla sua natura psicologica.
La pratica dei giochi di dominazione e sottomissione costituisce infatti in genere una pratica mentale estremamente coinvolgente e il ruolo è fortemente dettato dalle proprie sensazioni intime.
La simbologia maggiormente adottata consiste nell’uso del collare che rappresenta in una qual misura l’impegno dei due in un rapporto BDSM con ruoli ed impegni precisi che i due prendono.
Che vuol dire quindi essere Dominanti di qualcuno?
Vuol dire che quel qualcuno ha dato alla persona dominante il potere di decidere per lui o per lei su alcuni aspetti della loro vita, ma non solo la sfera erotica.
I CONTROLLI CHE PUÒ AVERE IL DOMINATORE
Controllo del sesso. Decidendo se, quando, e come il partner possa o non possa godere. Imponendo o negando rapporti sessuali di vario genere.
Una pratica diffusa è quella dell’ Edging, ovvero la pratica sessuale nella quale il partner stimola sessualmente l’altro per un lungo lasso di tempo, controllando le reazioni del secondo e portandolo più volte al limite dell’orgasmo ma senza che esso abbia luogo. Solo quando il partner non riuscirà più a trattenersi, allora gli sarà concesso di scaricare lo stato d’eccitazione; l’orgasmo così raggiunto è ritenuto estremamente intenso.
Controllo delle sensazioni. Piacere, dolore, solletico, disgusto, fastidio, caldo, freddo.
Controllo dell’aspetto. Richiede un determinato abbigliamento, sia durante una sessione sia in situazioni di vita quotidiana.
Controllo delle emozioni. Creando situazioni che facciano sentire il partner spaventato, imbarazzato, eccitato, confuso, umiliato o geloso.
Controllo del comportamento. Impartendo regole di condotta. Dando ordini prescrivendo rituali da eseguire, al puro scopo di ribadire il legame di sottomissione che lega il partner al suo Dominante, o con obiettivi più specifici come servizi utili al benessere del Dominante o anche compiti per la crescita e il miglioramento del sottomesso stesso.
Giochi di ruolo. Ossia impersonando personaggi diversi da quello che si è realmente, e inscenando delle dinamiche particolari.
Farsi venerare. Ossia quando il partner sottomesso si dedica alla gratificazione del partner dominatore prendendosi cura del suo corpo con massaggi, dedicandogli gesti di devozione, apprezzando i suoi capi d’abbigliamento.
Impartire punizioni. Per uno dei punti precedenti se mal eseguiti, disubbidienze o altre mancanze.
IL PIACERE MENTALE
Il piacere deriva proprio dal rapporto che si crea tra il dominatore e il sottomesso, è importante che nella coppia ci sia fiducia che crea una connessione psicologia molto forte.
Seppure si tratti di giochi erotici, il più delle volte, non c’è penetrazione durante il rapporto perchè la Dominazione è un coinvolgimento a livello psicologico.
Il piacere, dunque, arriva a livello mentale anzichè fisico.
L’eccitazione viene infatti spesso provocata, in queste relazioni dal controllo e dall’autorità che il dominatore detiene sul sottomesso. Entrambi sono in ogni caso consapevoli e consenzienti nell’accordare questo potere con la regola della Safeword che impone che il sottomesso possa concludere la scena in qualsiasi momento con una parola chiave. In realtà tutto gira intorno alla fiducia reciprocamente riconosciuta e all’obbedienza del sottomesso verso il dominatore.
Come in altre attività legate al BDSM, questa condizione può essere limitata nel tempo, generalmente della durata della scena, o può essere uno stile di vita. Spesso tutto coinvolge anche vari comportamenti definiti fetish, tra cui i più comuni sono il boot worshipping, l’adorazione degli stivali, l’uso di vestiti in latex e il petplay, in cui il sottomesso finge di essere un animale scelto dal dominatore.
In tutte le pratiche citate e in qualunque altre si possano pensare, soft o più estreme che siano, è fondamentale saper valutare quanto per coloro che assumono il ruolo di dominante sia importante assumere la responsabilità della incolumità psicologica e fisica del suo sottomesso; un dominante, prima di pretendere obbedienza, deve assicurarsi di essere in grado di gestirla. L’intelligenza di coloro che assumono il ruolo di sottomesso sta invece nel sapere scegliere una persona in grado di gestire tale responsabilità con la dovuta serietà e perizia.
Alcuni sottomessi amano sentire che il dominante si sta prendendo cura di loro, altri invece apprezzano di crogiolarsi nella sensazione di essere maltrattati e sfruttati senza considerazione, ma anche in questo secondo caso si tratta pur sempre di un rapporto condiviso, uno scambio, e se tutte le parti non trovano una pur contorta gratificazione il rapporto stesso è ovviamente destinato a crollare molto presto.